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      Io sono sensibilissimo alle affettuose vostre fraterne congratulazioni, nelle quali m'avveggo della molta parte che voi prendete in questa fortunata circostanza della vita mia. Né so veramente qual altra potesse onorarmi al segno di questa, che mi autorizza a venerar con privata ragione, come mio padre e maestro, il padre e maestro di tutti i fedeli. Se mai la vostra buona sorte vi riconduce a' suoi piedi, implorate, vi prego, la permissione di baciarli e ribaciarli in mia vece; esponetegli i trasporti del non men grato che sommesso animo mio; dite ch'io benedico tutt'i dì quella pietosa mano che secondando le istanze de' miei augustissimi padroni, ha incominciato a beneficarmi, e asserite finalmente ch'io mi terrei per il più sfortunato de' viventi, se disperassi di compire io medesimo questi atti della dovuta mia profondissima umiliazione che intanto a voi per impazienza commetto. Addio. Io sono il vostro.
     
     
     
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      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
     
      Vienna 6 Giugno 1750.
     
      Ho pena ma non rimorso di risponder così tardi alla carissima vostra de' 26 d'aprile. I miei flati, alcuni affari domestici, un mondo di noiose commissioni altrui ed alcune altre maledizioni mi hanno fisicamente impedito d'esser con voi, ma non già di pensarvi. Ho parlato più volte de' vostri affari col conte di Losi, e lo ritrovo sempre pieno di ottima volontà. Non sarebbe male che mi aiutaste a seccarlo, ringraziandolo della parzialità che mi ha replicatamente dimostrata a favor vostro, descrivendogli laconicamente il vostro stato ed esagerando la speranza che avete in lui.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Giugno Losi