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      Ho letta con piacere la canzonetta della signora Livia Accarigi. È poetica e felice, e gentile e armoniosa, ed è infine molto più di quel che basta per essere una specie di soverchieria in una dama a svantaggio del nostro sesso. Potete francamente ed in buona coscienza rallegrarvene seco anche a mio nome. Io non so se l'augusto padrone l'abbia ancora veduta, ma so ch'io l'ho sì bene incamminata che la vedrà certamente.
      Al mio degnissimo signor abate Franchini rinnovate la memoria del mio rispetto; e voi siate parco bevitore dell'acqua di Fonte Branda or che incominciano a liquefarsi i cerotti, ma credete che, quando ancora vi ci tuffaste dentro fino a' capegli, io non lascerei mai d'essere con l'istessa tenerezza il vostro.
     
     
     
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      AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - VENEZIA
     
      Vienna 6 Giugno 1750.
     
      L'ultimo vostro foglio, che ricevo gravido d'un altro per il marchese N., a cui l'ho consegnato, è in data del 12 maggio. Ma, benché d'età così matura, essendo vostro ha per me tutte le grazie della gioventù.
      Il nostro Picqualques mi ha aumentato a dismisura il piacere di rivederlo valido di salute e sereno d'umore, con le replicate confermazioni della costanza dell'amor vostro, del quale io sono sommamente sollecito e geloso. Egli è ancora inviluppato fra i suoi primi doveri coi felici luminari del primo mobile: subito che scenderà alla nostra sfera, io ne spremerò tutte le possibili informazioni, delle quali sono avidissimo, intorno la vostra riveritissima persona. Intanto così alla sfuggita ho inteso che le vostre gambe siano alquanto discole.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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