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      Il duetto che vi accludo spero che farà conoscere che è scritto con premura di servir bene: non è certamente il peggiore de' miei. Leggetelo con attenzione, ed oltre la tenerezza ed il carattere delle due persone che parlano ci troverete un'imitazione d'una risposta fatta a Luigi XIV da una signora che lo vide piangere sul punto di partir da lui: Vous êtes roy: vous pleurez, et je parts, che torna assai bene con l'avvenimento dell'opera. Credetemi che, siccome vi secondo in quello che posso, lo farei per ogni ragione anche nell'opera che desiderate; e quello che farò per voi non lo farò per nessuno de' viventi: ma non è invenzione, caro amico, che l'intraprendere una lunga fatica di mente e di fissazione violenta fin ora non mi è stato possibile senza pericolo. È vero che la vita è breve, e per questa ragione appunto so che non vorreste ch'io conferissi ad accorciarla di vantaggio. S'io mi troverò in istato di compiacervi, siate sicurissimo che non avrò bisogno di sprone. Io son così vostro che mi pare d'aver parte nelle grazie e negli onori che a larga mano spandono sopra di voi i vostri clementissimi sovrani, onde mi par quasi di essere nell'obbligo di ringraziarli non solo a vostro ma anche a nome mio. Intanto in grazia di questo merito io perdóno alla fortuna la crudeltà con la quale mi tratta nel mio particolare. Considerate se è mia nemica, riflettendo che con un gemello come voi siete, con i protettori che mi procurate, coi numi che mi rendete benevoli, e con tante e tante ragioni d'equità che m'assistono, non posso in così lungo tempo, con tanti impegni, con tante raccomandazioni e tante preghiere, ottener né grazia né giustizia.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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