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      Mi consolo che la vita è breve, come voi dite, che madama Fortuna non avrà lungo tempo lo spasso di perseguitarmi, e che io sono, se non riccamente, almeno a sufficienza provveduto di certi disinganni che rendono meno sensibili i colpi di questa capricciosa nemica.
      Dalla memoria che vi accludo vedrete che vi propongo una bella ballerina e che qui ha molto applauso. Non fate giudizi temerari. Io non la conosco, e da vostro onorato gemello non le ho mai parlato. Tutto il mondo sa ch'io son vostro, e tutti corrono a me. Non mi sono esentato da questo, come faccio da tutti gl'impegni che mi vengono proposti in questo genere, perché nel caso di servir questa signora v'è un'opera pia di mezzo, che vi dirò in due parole. Un giovane cavaliere mio amico, benché ammogliato con una bellissima damina, è perduto per questa ninfa. A forza di prediche l'ho ridotto a disfarsene; ma egli protesta che non è capace di farlo sinché il caro oggetto è presente. Se mai vi potesse servire, credo che ne avreste approvazione. In ogni caso scrivetemi due parole, perch'io possa far vedere all'amico che non l'ho ingannato quando gli ho promesso di scrivervene.
      Se vi servirete del Jommelli, spero che me ne ringrazierete; e se mai lo vedrete una volta, sarete certamente suo, perché è il più amabile pacchione che abbia prodotto la terra felice. Presentemente è in Roma maestro di cappella di S. Pietro, ed è la delizia del paese, non solo per la sua abilità, ma per la sua compiacenza docilità grazia e buon costume.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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