Non è capace che la generosità di Vostra Eccellenza di poter pensare a beneficarmi anche in mezzo al suo sdegno. La cura ch'ella ha avuta del mio memoriale in questa per me appresso di lei troppo critica stagione, n'è prova incontrastabile: ed io glie ne professo la dovuta ossequiosa riconoscenza.
Il nostro Monticelli mi ha dimandato un duetto. Vedrò se mi riesce di servirlo, e poi gli scriverò. Intanto l'abbraccio con la solita tenerezza: e gli raccomando la tranquillità dell'animo.
Oggi è giorno di S. Pietro, le camere son piene di cicaloni, ed io non so più quello che mi scrivo: onde convien che finisca per forza. Mille umilissime riverenze al signor principe ed al signor marchese, e sono con l'usata rispettosa divozione.
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A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
Vienna 29 Giugno 1750.
Un ufficioso catarro epidemico, che non ha voluto lasciarmi nel dritto di dolermi d'essere stato preterito, mi ha differito d'alcun giorno il piacere di rispondere all'ultimo obbligantissimo foglio del mio adorabile padre maestro Azzoni. Io vi sono, caro amico, sensibilmente tenuto della giustizia che rendete alla molto e sincera parte ch'io prendo nella gloria della degnissima nostra signora Livia: giustizia concludentemente provata nella obbligante cura di esattamente informarmi a qual segno siano stati ammirati da cotesti illuminati sovrani i distinti talenti di lei. Siccome ve ne rendo io le dovute affettuosissime grazie, compiacetevi, vi prego, (dopo le rispettose mie riverenze) di presentarle ancora le sincere mie congratulazioni; tanto più grandi e più giuste, con questa illustre dama, quanto ella ha saputo più d'ogn'altra del suo sesso metter d'accordo il severo esercizio delle più belle virtù morali col dichiarato favor delle Muse.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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