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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Vienna 1 Agosto 1750.
Oggi veramente non sono i nostri affari, ma l'impazienza d'abbracciarvi che esigge da me queste poche righe. Ho bisogno per i miei flati ipocondriaci di quando in quando qualche presa di Farinello, altrimenti il mio umore si renderebbe insopportabile. Non so se questa verità piacerà alle due sorelle nemiche dell'amicizia. Ma in ogni caso nella vostra spezieria si troverà qualche narcotico per addormentarle.
Già che son con la penna alla mano, vi dirò che le casse dei guarnimenti, secondo le notizie che ricevo dal signor duca di Salas, dovrebbero a quest'ora andar galleggiando per il golfo di Lione; e che la nostra cavalleria, trovandosi in ottimo stato in Basilea fin dal dieci dello scorso luglio, deve anche essa mentre io scrivo essere molto inoltrata per la Francia. Sicché e per mare e per terra le nostre flotte e le nostre caravane s'avanzano felicemente al loro destino. Auguro ed all'una ed all'altra non la mia ma la vostra fortuna, e sono impazientissimo di vedere quale abbia vinto.
Il nostro buono e bravo Jommelli è fuori di sé di piacere per la vostra commissione: me ne ha scritta una lunghissima lettera, nella quale mi parla unicamente di questo. Desidero che contenti cotesto pubblico. Per voi non ne dubito, che come uomo di giudizio amate l'armonia e l'espressione. In Italia presentemente regna il gusto delle stravaganze e delle sinfonie con la voce, nelle quali si trova qualche volta il bravo violino, l'eccellente oboé, ma non mai l'uomo che canta: onde la musica non sa più movere altro affetto che quello della meraviglia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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