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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Frain 15 Settembre 1750.
Dal signor d'Argenvillières e da voi ricevo la concorde notizia del nuovo piccolo deposito di scudi trentatre e scudi quarantacinque, ed è già notato nel mio libro.
Dite o scrivete al mio signor Jommella (dopo averlo teneramente abbracciato per me) che mi scrivono di Spagna, che non sanno s'egli sia morto o vivo. Non vorrei che l'eccessiva sua compiacenza pe' presenti gli facesse tanto dimenticare i lontani, che lo stimano e procurano di mettere al suo lume il distinto suo merito. Esortatelo a scuotere un poco cotesta sua tranquillissima indolenza.
Tornando in città farò quel che posso per il vostro arazzista, ma con poca speranza di giovargli. Qui abbondiamo degli arazzi di Fiandra, dove il mestiere è in gran voga; e quando non lo fosse, questo non è il terreno da piantare arti dispendiose: nulladimeno per compiacervi io tenterò il guado.
Mi rallegro del vostro pedantismo poetico. Nel suo genere ha qualche merito, ma quel genere non mi tenta.
Non vi parlo del nostro vecchio se non che rimettendo alla prudenza di usar con lui i rimedi palliativi, giacché non è più tempo di sanarlo radicalmente.
Addio, che sono affogato di lettere, e qui si vive in comunità, onde i momenti di ragion privata sono pochissimi. Vi abbraccio e sono.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Frain 15 Settembre 1750.
Ho due vostre lettere, una in data cognita una volta al Signore Dio e a voi, ma ora forse al Signore Dio solamente; l'altra del dì 11 dello scorso agosto.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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