Dovrei e vorrei rispondervi lungamente: le materie l'esigerebbero; ma come fare? Io sono in campagna, la comitiva è grande, non si sta soli che per dormire; onde non v'è modo che un galantuomo trovi un ritaglio di solitudine per far né bene né male. Contentatevi dunque per questa volta d'una risposta laconica, che scritta fra tante difficoltà può ragionevolmente aspirare al merito d'una diffusissima lettera.
Confesso, caro gemello, che non avrei mai fra tutte le mie immaginazioni poetiche saputo ritrovar quella che mi rappresentasse una miniera di diamanti fra le montagne della Moravia. Questi sono miracoli riserbati a certe deità di primo ordine, e sono grazie gratis date: onde non mi affatico a conciliarne l'eccesso con la pur troppo a me nota scarsezza del merito mio. Voi che per tenerezza di gemellagine vi affaticate con tanta fortuna a rendermi propizi cotesti numi, già che non potete senza scrupolo esaltare i meriti miei, parlate della mia sommissione, parlate della mia riconoscenza; e vi assicuro che non correrete rischio di mentire, ancor che vi serviste delle più vive e delle più violenti espressioni. Avvezzo, come voi siete da tanto tempo, ad abitar nel mio cuore, ne sapete tutti i nascondigli; onde non può sfuggirvi la sincerità de' suoi moti.
Or che il vostro reale oracolo ha pronunziato a favore del mio Attilio Regolo, io disfido Sofocle, Euripide e tutto il Parnaso d'Atene: il voto sublime del quale io posso vantarmi vale ben altro che quello di tutta l'antica Grecia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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