Io non potrò far l'istesso. Pazienza.
Mi rallegro che il mio Monticelli sappia così ben meritare la continuazione della grazia autorevole di Vostra Eccellenza e gli son grato che abbia fatto onore alle mie raccomandazioni.
Una maledetta caccia fatta avanti ieri al vento freddissimo di Settentrione, che improvvisamente ci venne a visitare, mi ha prodotto un potentissimo catarro: onde fra il mal di capo e l'assemblea che si tiene in camera mia son costretto a finir la lettera.
La supplico delle solite mie riverenze al signor principe ed al signor marchese e col dovuto rispetto mi confermo.
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A GIOVANNI AMBROGIO MIGLIAVACCA - VIENNA
Joslowitz 2 Ottobre 1750.
Mi ha doppiamente confuso la lettura del foglio del signor baron Wetzel da voi trasmessomi, così per l'eccesso di grazia ch'io trovo nel real gradimento, come per la scrupolosa delicatezza che scopro nell'Altezza Sua, che trascorre sino a credere di aver perduto il diritto d'autore della nota pastorale. Il soggetto, l'invenzione, la condotta, i caratteri, gli accidenti formano il corpo d'un dramma, e questi nella suddetta pastorale sono con fedeltà conservati, come la reale musa gli ha immaginati. Il dialogismo e la versificazione sono come le vesti di cotesto corpo drammatico, e sopra di questi sono unicamente cadute le mutazioni. Il primo lavoro produce all'autore tutte le ragioni di padre, il secondo non acquista allo scrittore che la lode dovuta all'esperienza del sarto. Di cotesta perizia, della quale per sua buona sorte non può essersi provveduta una persona reale, e di cui per li miei peccati sono io stato obbligato a fornirmi, v'è troppo bisogno in un componimento drammatico che dee comparir su la scena.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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