I poemi d'Omero e di Virgilio sarebbero in evidente pericolo di rovinare, se non fossero rivestiti e condotti in teatro per mano di cotesta meccanica esperienza. Benché spinto e difeso da così forti ragioni, voi sapete quanto mi sia costato, oltre la difficoltà di oprar fra legami, il superar la rispettosa mia repugnanza nell'eseguir i necessari cambiamenti, e che ho purtroppo temuto il rischio di eccitar nell'animo reale questo scrupoloso rincrescimento. Ma trattandosi della gloria d'una principessa, che nell'esporre al pubblico un suo poetico lavoro ha voluto generosamente fidarsi del mio giudicio, ho creduto che tutte le leggi dell'onestà mia obbligassero a scordarmi di qualunque mio privato riguardo. Con queste riflessioni, che vi prego di comunicare al signor baron Wetzel, io mi prometto che l'A. S. R. renderà giustizia certamente non meno al merito della sua mente produttrice che a quello della mia pericolosa ubbidienza. Fra due o tre giorni avrò il piacere di abbracciarvi; intanto io sono.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 5 Ottobre 1750.
Ieri sera sono arrivato in città, chiamato, come vi scrissi, dalla Corte per un picciolo complimento in versi che vogliono fare alla augusta loro madre nel prossimo giorno di S. Teresa tre serenissime arciduchesse. Non vi scrivo che per non lasciarvi senza mie lettere; per altro in questa trasmigrazione sono troppo occupato.
Se andate a villeggiare, ritraetene maggior profitto di quello ch'io ne ho ritratto quest'anno. Baciate per me la mano al nostro buon padre.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Omero Virgilio Wetzel Ottobre Corte S. Teresa
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