Perché io non possa gustar mai un poco di dolce che non sia misto d'amaro, trovo nella vostra lettera che vi lagnate e dello stomaco e della gola e della poca amicizia che passa fra la vostra salute e l'aria escuriale. Benché io (secondando la natural propensione a credere quel che desidero) suppongo che un poco d'ipocondria v'ingrandisca gli oggetti molesti, e che gli assalti ed i pericoli non siano così terribili come voi gl'imaginate, non lascio però di compatirvi: so per i miei peccati quale sforzo di filosofia bisogni per non lasciarsi opprimere da una folla d'idee funeste, quando la povera nostra macchinetta è tormentata e l'anima nostra si risente di tutti gli incomodi del cattivo alloggio in cui si trova: se non volete accrescere i miei flati, datemi nuove d'aver debellati i vostri: voi avete più argomenti alla mano di quelli che posso aver io per mettere in sacco l'Ipocondria con tutti i sofismi suoi.
Orsù, addio; non vi descrivo quello che soffro nello stomaco e nella testa per non somministrarvi materiali malinconici: con tutto questo penso a voi con l'istessa ostinazione con la quale voi mi stimolate, credetelo e credetemi.
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A GIOACCHINO MONTEALEGRE DI SALAS - VENEZIA
Vienna 7 Novembre 1750.
Per la solita via di cotesto signor ambasciatore cesareo mi pervenne sabato scorso, con esattissima regolarità, ed il benignissimo foglio di Vostra Eccellenza del 24 d'ottobre e l'altro da Madrid sotto gli auspici suoi a me indirizzato. Nel rendere all'Eccellenza Vostra le dovute vivissime grazie per così benevola cura, la supplico a farne godere i soliti effetti anche all'inclusa risposta, che ardisco raccomandarle.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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