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      Ma sia come si voglia, io non credo permesso dalla sana filosofia l'andarsi amareggiando il piacer presente con le rincrescevoli memorie del passato. Nella parziale gentilezza della sua benché tardissima lettera io ritrovo soprabbondante compenso alla sofferta dilazione.
      Eccola finalmente in Napoli: ed eccola tutta immersa nella faticosa, ma piacevole occupazione di render comodo ed ornato cotesto suo nuovo soggiorno. Io dalla esperimentata eccellenza della maestra argomento qual sarà quella dell'opera: e la voglia d'esserne spettatore accresce il numero degli stimoli che mi spingono alla volta della bella Partenope. Auguro intanto a Vostra Eccellenza che ritrovi fra lo strepito di codesta tumultuosa città quella sospirata tranquillità che ha ricercata sì lungamente invano per le amene ma solitarie falde del suo Vesuvio. Spero che sarà presagio il mio augurio. Già l'ultima sua lettera è meno nebbiosa delle antecedenti. Ella è una specie d'acqua che intorbida nella quiete e brilla nella agitazione e nel moto. La trasmigrazione, a Vostra Eccellenza senza fallo salubre, non minaccia svantaggi se non agli amici lontani: sarebbe temerità il lusingarsi che possan questi difendere l'onorato luogo che occupavano nell'animo suo contro la folla di tanti e sempre diversi oggetti presenti. Liberata alfine dalla violenta situazione in cui si ritrovava, incominci a pensar più serenamente; ci assicuri nel cambiato stile delle sue lettere della racquistata sua pace: e ci renda almeno più sopportabili le perdite nostre con l'idea degli acquisti suoi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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