Chi sa le vicende dei mondo? Io vorrei dormir tranquillo. E se bisogna per questo ch'io mandi tutte le note originali tedesche che conservo per mio scarico, sarà fatto ad un vostro cenno.
Subito che i miei flati mi diano un poco di tregua, mi farò onore con la bella arietta che mi avete mandata, la quale anche così masticata fra' denti mi fa sovvenire dell'impareggiabile mio gemello. In tanto me l'ho fatta cantare e ricantare dal signor Giovanni Tedeschi detto Amadori, soprano degno di molta stima, che particolarmente in camera a mio gusto supera tutti gli altri che presentemente corrono i teatri, e qui così in Corte come fra la nobiltà è con giustizia in grandissimo credito. Questo viene a trattenermi e a sollevarmi nelle mie dolorose ipocondrie: ed io quando si tratta di cantar cose vostre gli faccio il maestro addosso, ed egli ci ha pazienza.
Io scriverei molto più, ma la mia testa non vuole ubbidirmi. Onde, portandovi parzialissimi saluti della vostra e mia degnissima contessa d'Althann, vi abbraccio con la solita costante tenerezza, e sono il vostro.
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A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 14 Dicembre 1750.
Non attendeva meno dalla generosa compiacenza del mio signor d'Argenvillières. A tenore della vostra carissima del 25 del caduto vedo che avete intrapreso il caritatevole affare, ch'io vi ho proposto, con un zelo apostolico. Ve ne rendo grazie, e mi rallegro con me stesso d'aver amici di così lodevoli sentimenti.
A seconda della notizia che vi piace darmene, ho dato credito a me medesimo del nuovo deposito di scudi 39 e baiocchi 10, e a voi della obbligante continuazione della bontà vostra a mio riguardo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Giovanni Tedeschi Amadori Corte Althann Dicembre Argenvillières
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