Il nostro cardinal Paolucci mi scrive ch'era sul punto di partire da Ferrara, essendo terminata la sua legazione. Perciò io non ho creduto utile il servirmi per l'incamminamento di questa del solito suo canale per non intricarla fra i tumulti d'una somigliante trasmigrazione. Ha gran torto Vostra Eccellenza di spiegare in senso satirico le mie espressioni: io non sono capace di quello stile, e l'ingiustizia ch'ella mi rende con tal sospetto è un argomento troppo probabile che nella sua memoria incominci a cancellarsi l'idea del mio carattere.
Eseguirò i venerati ordini suoi nel consegnare al signor Wild a sua richiesta le note scritture e nel ritrarne distinta ricevuta e nel ricercare a suo tempo le commesse informazioni. Mi figuro per altro che Vostra Eccellenza avrà pensato anche a me. Ella sa ch'in virtù d'una ricevuta scritta e sottoscritta di mia mano la marescialla di Königsegg volle ch'io mi dichiarassi debitore delle note scritture nell'atto di consegnarmele; onde è giusto che un ordine espresso sottoscritto dal principale (che è il signor conte di Sangro) mi liberi dal debito quando io rendo il deposito. L'ordine che si compiace darmi Vostra Eccellenza nella sua lettera non mi autorizza abbastanza: sì perché è lettera famigliare non sottoscritta, come perché il biglietto di Carlo Dier è diretto al signor conte di Sangro, e perciò il signor conte di Sangro è il mio creditore. Ma forse tutte queste filastrocche saranno inutili, o già in mano del signor Wild sarà il necessario ordine espresso di cui le parlo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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