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      Avrà già prevenuto l'arrivo di questa lettera la funesta notizia della perdita che abbiam fatta della vedova imperatrice Elisabetta: ella cessò di vivere la mattina del 21 del cadente dicembre, per colpa (come comunemente si crede) di quell'umor morboso, che da qualche tempo avea smarrita la via delle gambe, dalle quali per tanti anni era scorso. Ha istituita erede universale la nostra augustissima regnante ed ha fatti moltissimi legati di pensioni e di mobili. Se esistono ancora le gioie di questa principessa, che possedeva alla morte dell'imperatore suo consorte, vi sarà di che pagare abbondantemente i legati. Ma questo s'ignora nel pubblico e la maggior parte ne dubita. Ecco per questo carnevale sospesa ogni specie di spettacolo, ed ecco tutta in tumulto la querula nazione teatrale. Congedi, pretensioni, liti, proteste, suppliche, grida, lagrime, minaccie, divisioni, tenerezze e tutti in somma i diversi moti che sono i più ricchi capitali del socco e del coturno. Questi tragicomici materiali non riempion male il vôto che ha cagionato la sospensione de' trattenimenti carnevaleschi.
      Il signor ambasciatore di Napoli sostiene fin'ora assai bene il suo carattere: si sono risvegliati al suo, come all'arrivo di ogni ministro straniero, i professori di piacevolezza. Ma veggo che già manca loro la materia. A tenore di quello che finora si vede, questo ministro non farà alcun torto alla rappresentanza.
      Il cavalier Naselli ha incontrato moltissimo il genio del paese. La sua dolcezza, la sua avvenenza, l'ornamento della musica e la facilità con la quale egli s'adatta alle maniere ed al costume di questo per lui nuovo mondo gli han procurato la stima e l'affetto universale.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Elisabetta Napoli Naselli