Noi le abbiam mandata la signora contessa di Schenfeldt tal quale Vostra Eccellenza la lasciò. E la buona fede vuol che ella ce la renda quale l'ha da noi ricevuta.
Il nostro lutto non mi fa sperar di vederla così presto in queste regioni. Intanto, se le cade in acconcio, l'assicuri del mio rispetto e della mia impazienza di confabular seco su la sua peregrinazione in Italia.
S'inganna se crede che non si sia fatta commemorazione di lei a Joslowitz: noi siamo più tenaci nelle nostre reminiscenze di quello che Vostra Eccellenza suppone. Oh così potesse venir ella medesima a disingannarsi! Ma i miei nervi protestano contro la mia loquacità. Riverisca devotamente a mio nome il degnissimo signor conte di Sangro e mi creda col solito ossequioso rispetto.
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AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - VENEZIA
Vienna 2 Gennaio 1751.
Incominciò l'anno 51 senza apparenza di liberarmi dagli acidi miei, da' flati ipocondriaci e da quei maledetti stiramenti de' nervi della testa e dello stomaco, che mettono in disperazione tutta la mia filosofia. Mi trovo più che mai alle mani con questi persecutori del mio riposo, che mi rendono pesante la metà degli uffici della vita. Ma tutto andrà bene, almen convien figurarselo, per ritrarre qualche profitto dalla speranza in contraccambio di tanti malanni che ci procura.
Mi rallegro che il vostro individuo vada ripigliando il suo equilibrio, e vi auguro che lo ripigli a segno che possiate esser grato a chi ha procurato di raddolcirvi la noia della convalescenza con la desiderabile sua compagnia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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