Finalmente se il signor principe promette di non pubblicare il segreto gli confidi che non è affatto vero (come si crede) che coteste fanciulle siano state meco facili e cortesi: sappia che per farle fare a mio modo ho dovuto sempre sudar moltissimo ed affannarmi: e che ormai conosco che la loro compiacenza non merita una pena sì grande.
Orazio dorme e dormirà finché vegliano i miei flati. Quando si desti libererò con Vostra Eccellenza la mia parola.
Non le parlo della perdita che abbiam fatto dell'imperatrice vedova: la notizia costì sarà vecchia, ed io evito quanto posso di trattenermi su gli accidenti funesti. E pieno del solito ossequioso rispetto sono.
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A DOMENICO ANNIBALI - DRESDA
Vienna 6 Gennaio 1751.
Persuaso a mille prove della gentilissima attenzione del mio Attilio Regolo, sono stato piacevolmente solleticato, ma non sorpreso, della cortese sua cura nell'augurarmi, o per dir meglio nel prepararmi felice con la sua lettera il corrente nuovo anno. Io ne ricevo l'augurio con la dovuta riconoscenza, e lo rendo con l'usura che esige una così obbligante prevenzione.
Desidero che le vostre buone intenzioni espresse con eccesso di modestia abbiano una volta effetto. Per ora la perdita che abbiam fatta dell'augustissima imperatrice vedova Elisabetta ha sospesi gli spettacoli, e la non curanza che mostra il paese di tali trattenimenti minaccia di metterli affatto in fuga. Onde è difficile il prevedere qual sistema sia per prendere il commercio teatrale. Con tutto ciò io conserverò gelosamente quel picciolo fermento che ho raccolto dalla vostra lettera, disposto a farne il convenevole uso quando vi sia pasta che ne meriti l'impiego.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Vostra Eccellenza Gennaio Attilio Regolo Elisabetta
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