A voi è lecitissimo il darmi per segretario le prime nuove del vostro viaggio. Io non sarei degno di perdono se mi valessi di questo comodo. Per voi è uno sforzo di virtù eroica l'aver saputo dopo il vostro arrivo raffrenar per ventiquattro giorni la grand'impazienza, che avrete certamente avuta, di darmene avviso; in me sarebbe una disattenzione insoffribile. In voi lo scrivermi dopo sì lungo tempo una breve lettera senza data è un pegno molto stimabile di confidenza; in me avrebbe paruto ch'io vi avessi scritto, costretto dalla civiltà, così in fretta in fretta, pensando a tutt'altro. Voi confessando nella vostra lettera che supponete il vostro lungo silenzio occasione in me di molti calendari, non vi siete creduta nel minimo obbligo di scusarvene, ed avete ragione. Io all'incontro nel caso vostro sarei stato nel preciso dovere di produrre una scusa, e, non avendone di buone, immaginarmi un panareccio in un dito, un moschino nell'occhio o qualche cosa di somigliante. Insomma se io facessi secondo gli ordini vostri come voi fate, avrei troppo rimorso di non far quello che devo. Se voi vi ostinate a comandarmi ch'io vi imiti, converrà finalmente ubbidirvi; ma protesto che sarà per pura violenza.
Vi rendo grazie delle obbliganti vostre espressioni, e desidero di poterle contraccambiare più coi fatti che con le parole. Le due righe che vi accludo del vostro Esculapio vi proveranno la mia memoria.
All'amabile vostro sposo un paio d'abbracci per me, con patto che non vadano in iscarico di quelli che gli dovete.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Esculapio
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