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      Vi prego di dire a mio nome a Madama tutto quello che può dire un marito senza offendere il decoro coniugale: e con la solita parzialissima stima e tenerezza sono.
     
     
     
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      AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
     
      Vienna 19 Aprile 1751.
     
      Ieri finalmente dopo una noiosa gravidanza essendomi riuscito di sgravarmi con sufficiente felicità d'una nuova umilissima serva di Vostra Eccellenza, prima di lavarla e di fasciarla mi credo in obbligo di avanzargliene la notizia. Quest'opera, oltre i demeriti che avrà comuni con le altre sue sorelle, ha di più quello (ch'io non le perdonerò mai) d'avermi per così lungo tempo defraudato l'onore d'assicurarla del mio rispetto, che a dispetto degl'impertinentissimi flati miei e delle mie inaspettate applicazioni è sempre stato, come sarà sempre, lo stesso.
      Se mai avesse creduto negligenza il mio silenzio, e che questo supposto avesse accesa qualche (per altro da me non meritata) effervescenza di bile; eccole sei Metastasi contro i quali potrà sfogarsi. Faccia e dica loro il peggio che sa, purché poi esperimenti l'originale quella generosa antica parzialità della quale si trova da tanto tempo in possesso.
      Vorrei oggi scriverle lungamente, ma questa è una delle infinite cose per le quali non basta la volontà. Son così rifinito dopo il mio parto, che s'io potessi contar per merito il piacere ch'io procuro a me stesso scrivendole, questa breve lettera a proporzione di quello che mi costa dovrebbe equivalere a molte altre lunghissime. Onde pregandola di compatimento (non già di perdono) faccio umilissima riverenza al degnissimo signor suo consorte ed a tutta la florida famiglia, e col solito riverente ossequio mi dico.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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