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      Vi so buon grado dell'amore che vi fa travedere, e per debito di riconoscenza auguro al vostro libro un più decoroso protagonista.
      Eccovi, poiché così vi piace, la satira d'Orazio, Hoc erat in votis, da me, come sapete, non per inclinazione a così servile impiego ma per condiscendenza d'amicizia volgarizzata. Voi e pochi altri sono capaci di conoscere quanto costi questo ingrato e difficile lavoro, di cui non sono men rari i giudici competenti che gli artisti soffribili. Ditemene il parer vostro dopo averla letta col mio celebratissimo signor Voltaire, a cui direte in mio nome ch'io sono così superbo del suo voto quanto lo sarei di quello d'Atene e di Roma, alle quali avrebbe egli già accresciuto ornamento, come lo accresce ora all'illustre sua patria, non senza l'invidia di tutte le altre più colte provincie d'Europa.
      Mi fu recata una vostra lettera dal signor abate Milesi: gli offersi a riguardo vostro e le mie premure e me stesso: ma egli, fornito forse di più utili o di più dolci conoscenze, né si è fatto più vedere in casa mia né ha voluto confidarmi la sua, onde mi ha risparmiato il rincrescimento di riflettere su la mia insufficienza a servirlo.
      Un'altra me ne ha consegnata il gentilissimo signor Torres, col quale m'incontro quasi tutti i giorni. Io l'amo come vostro amico, come giovane di non ordinario talento e desideroso di sapere. Mi piace di ragionar seco e mi rapisce in lui quel grazioso misto d'autorità spagnuola e di vivacità francese. La contessa d'Althann ed il conte di Canale vi ringraziano, vi salutano e vi desiderano: ed io teneramente abbracciandovi vi prego di riamarmi e di credermi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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