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      Ho creduto necessario avvertirne l'Eccellenza Vostra come mia unica fautrice costì, affinché ritragga quel profitto a mio favore da questo nuovo sovrano impulso che le circostanze di cotesta Corte e sue le permettono. Particolarmente per evitare al possibile un inconveniente ch'io temo che possa esser frapposto alla conclusione del mio affare da chi o per naturale irresolutezza o per altre ragioni abbia interesse di valersi di qualunque metafisico motivo per differirmi gli effetti della beneficenza di cotesto sovrano. Eccole le ragioni del mio timore. Cotesto signor principe Estherazi, di commissione della sua sovrana, fa istanza costì perché siano resi i beni confiscati in cotesto regno a coloro che sono rimasti nel nostro partito nel tempo della guerra. Ora il nostro signor cavalier Naselli, che ha sempre mostrato d'interessarsi per me, tornando di Berlino di proprio moto mi ha detto che prima di parlar del mio affare converrà veder l'esito delle istanze del signor principe Estherazi: forse egli avrà avuta di Napoli questa risposta alle sue sollecitudini per me. Or Vostra Eccellenza vede che se invalesse questa massima sarebbero deluse le mie speranze, In primo luogo io non vedo apparenza probabile, (né la vede certamente costì chi vorrebbe rimettere la mia provvista ad un tempo così lontano ed incerto) che il maneggio del signor principe Estherazi si termini a nostro pieno vantaggio: onde con questo pretesto non si renderebbero solamente tardi, ma affatto inutili gl'influssi della mia real protettrice.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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