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      Si obbligò costui con solenne contratto ad insegnare la nostra favella ad un di quegli animaletti orecchiuti dilettanti di musica particolarmente nel maggio. Ripreso acerbamente da un amico come temerario ed imprudente, e richiesto del partito a cui si appiglierebbe quando, scorsi i dieci anni, si esigesse da lui l'effetto dell'impertinente promessa, Aù, gioja mia, e commo si ciuccio! (rispose il maestro all'amico) e non vide ca ntramente à da morì l'aseno o l'asenaro?
      Ma tutto questo spauracchio spero che non abbia fondamento e che non sia se non che uno de' soliti mezzi termini ministeriali per calmare il fervore de' pretendenti e rispondere qualche cosa senza informarsi della materia.
      Scrissi tempo fa una cantatina capricciosa destinata a non uscir dalle mie mani. Ora, senza ch'io sappia per qual via, sento che alcuno me l'abbia rubata. Non mi ricordo d'averla mandata a Vostra Eccellenza e sarei inconsolabile se altri mi usurpasse il merito di questo benché poco considerabile tributo. Glie l'accludo per cautela, nell'atto di supplicarla de' miei soliti rispetti in casa; e facendole umilissima riverenza mi dico.
     
     
     
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      AD ADAMO FILIPPO LOSY - VIENNA
     
      Vienna 28 Aprile 1751.
     
      Eccole, veneratissimo signor conte, il Re pastore, terminato più in virtù della voglia d'ubbidire che della facoltà d'operare. Se il lavoro per avventura si risentisse degli acidi, de' flati e degli stiramenti de' nervi che soffre il povero autore, tocca a Vostra Eccellenza d'implorargli il materno compatimento della nostra padrona augustissima nell'umiliarlo a' suoi piedi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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