Ed ho ridotto nelle solite note i due piccioli depositi fatti da mio fratello nella vostra cassa, l'uno il dì 27 gennaro 1751 di scudi 20 e 60, l'altro il dì 20 marzo nell'anno medesimo, di scudi 36 e 70. Sicché tutto è in pari fuorché la somma degli obblighi miei che sbilancia di troppo gli scarsi capitali ch'io mi ritrovo onde contraccambiare le assidue ed affettuose cure che voi di me e delle cose mie costantemente prendete. E già mi terrei per fallito, s'io non sapessi che un bel cuore come il vostro passa per moneta corrente l'impaziente benché inefficace gratitudine d'un povero debitore. Vorrei tornare al pensiero della vendita de' miei vacabili; ma, oltre l'enorme diminuzione de' capitali e de' frutti ed il non veder ridotto ad effetto il cambio di fiorini 500, che da molte settimane m'avvisaste d'avere in punto, mi fa conoscere che a tanti svantaggi si aggiunge la difficoltà degli impieghi, e sa Dio (eseguita la vendita de' vacabili suddetti) quanto ozio del prezzo loro converrà che contiamo nel lucro cessante: nulla di meno bisognerà ridursi a bere questo calice, per cui io mi sento alfine minor ripugnanza che per un misero frutto così mal proporzionato al pericolo. Voi non volete ch'io vi dimandi scusa d'avervi seccato, forse perché non vi si produca la seccatura. Avete grandissima ragione, onde abbracciandovi senza aggiunger parola mi confermo tacitamente.
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ALLA CONTESSA DI SANGRO - NAPOLI
Vienna 6 Maggio 1751.
L'ultimo suo veneratissimo foglio mi trovò filando con le Muse, per ordine della mia augustissima sovrana, una nuova opera, che dovrà essere rappresentata in musica da cavalieri e dame.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Dio Muse
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