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      E nella lettera che oggi scrivo alla signora contessa sua consorte troverà le imperiose cagioni del mio silenzio, che sarebbe importuno ripetere. Onde e discreta e parziale come io l'ho esperimentata, non temo ch'ella attribuisca a mia negligenza gl'inevitabili effetti d'una occupazione a me non meno rincrescevole per la fatica che mi ha dato, che per il piacere che mi ha differito.
      Avrei gran bisogno ancor io di moralizzare un poco con Vostra Eccellenza, ma non già su i capricci della fortuna. È gran pezzo ch'io la tengo per una solenne sgualdrina, e non sarebbe più capace di tentarmi se mi mostrasse spalancata la porta degli Orti Esperidi. Vorrei bene che la sua esperimentata filosofia somministrasse qualche puntello alla mia che qualche volta traballa alla continua tormentosa persecuzione de' miei diabolici flati, capaci di far perdere l'equilibrio dell'animo al superbo Zenone ed a tutta la stoica famiglia. Se nella vostra guardaroba si trova qualche rimasuglio, a voi inutile, di pazienza, fatemene dono che sarà subito impiegata. E per non comunicarle la mia infermità con più lungo cicaleccio, con l'antica invariabile e rispettosa tenerezza mi dico.
     
     
     
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      AD ANTON MARIA DE NEGRI - MILANO
     
      Vienna 6 Maggio 1751.
     
      La sua ultima lettera del 13 d'aprile mi trovò immerso nell'esecuzione d'un comando augustissimo, onde non si meravigli se un dovere inevitabile del mio impiego mi ha obbligato a differir di qualche ordinario la mia risposta. Ho veduto il bilancio dell'anno scorso 1750, e con l'esazione de' fiorini 112 X 10 siamo perfettamente d'accordo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Vostra Eccellenza Orti Esperidi Zenone