Monticelli è in campagna col principe d'Hilburgshausen: non lo vedo, ma so che sta bene. Le mie riverenze a tutta la casa ed io sono col solito rispetto.
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A FULVIA CLERICI VISCONTI - MILANO
Vienna 12 Luglio 1751.
Anche senza data o sottoscrizione, avrei a prima vista riconosciuto l'autore dell'umanissimo foglio del 22 dello scorso giugno che mi perviene da Niguarda, tanto esso si risente delle adorabili qualità di chi lo scrisse. A quella gentilezza di pensieri, a quella delicatezza d'espressioni, e a quel non so che sì difficile a definire, che regna costantemente in quanto fa, dice o pensa l'Eccellenza Vostra, chi non ravviserebbe la signora marchesa Clerici? La compiacenza ch'io provo nel rileggere e nel riandare fra me stesso così obbliganti sentimenti mi seduce a tal segno che non mi lascia la tranquillità necessaria a risponderle degnamente: impedimento che per altro mi è carissimo e per la dolce occupazione che mi somministra e per il pericolo che mi risparmia. Se le Muse verranno alcuna volta a cercarmi, io non tralascierò di farle parte de' frutti de' nostri congressi, ma questo ora non succede frequentemente. Esse mi trascurano ed io non le accarezzo molto. Chi potrebbe conservar le premure d'amante dopo tanti anni di matrimonio?
Ho terminata poco fa un'opera che ho dovuto scrivere per ordine augustissimo, e che sarà rappresentata in musica da dame e cavalieri all'entrar dell'inverno. Il titolo è il Re pastore. Desidero di sottoporla al suo giudizio: ma finora non è mia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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