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      Aiutate voi la mia impaziente gratitudine, scoprendomi qualche da me ignorata abilità di rendervi un contraccambio. Amico carissimo, io veggo la grande difficoltà che si trova in Roma nell'impiegare il denaro: all'incontro io potrei impiegarne qui prontamente somme considerabili, ed al 5 per cento. Se al danno del picciolo frutto che corre costì si dovesse aggiungere un lungo ozio di cotesti miei capitaletti, io credo che sarebbe risoluzione prudente farli viaggiare in Germania, dove per tal semente si trova terreno più fecondo. Ditemene il parere vostro. La discrezione vuol ch'io rispetti le vostre occupazioni: onde finisco teneramente abbracciandovi e pregandovi a credere pieno di stima, d'amore e di gratitudine.
     
     
     
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      A FRANCESCO ALGAROTTI - BERLINO
     
      Vienna 1 agosto 1751.
     
      Mi è stata carissima, come tutto ciò che mi viene da voi, l'ultima vostra lettera del 26 dello scorso giugno, così per la vostra perseveranza nella rinnovata corrispondenza come per il favorevole e conforme giudizio da voi e dal signor Voltaire pronunciato sul mio travestimento del Sorcio d'Orazio. Né me ne ha punto diminuito il piacere il tenero e cristiano compatimento del mio traduttor francese su la parte che mi tocca del morbo epidemico della nostra nazione contaminata dalla scabbia de' concetti. Grazie al Cielo ch'egli ignora i sintomi della mia infermità. S'egli sapesse ch'io non m'avveggo di averla, dispererebbe affatto di mia salute. Il falso rende reprensibili i concetti, e io non mi son mai proposto che il vero: può darsi ch'io me ne sia alcuna volta inavvedutamente dilungato, ma non può essermi utile una correzione in genere, che non mi addita le lucciole prese per lanterne.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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