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      De' miei io non ho alcuna reminiscenza, a riserva di quattro terzine che mi scolpì nella memoria Alessandro Guidi a forza di ripeterle per onorarmi. In una numerosa adunanza letteraria che si tenne in casa di lui, propose egli stesso a Rolli, a Vanini e a me per materia delle nostre poetiche improvvise gare i tre diversi stati di Roma, pastorale, militare ed ecclesiastico. Rolli scelse il militare, toccò l'ecclesiastico a Vanini, e restò a me il pastorale. Da bel principio Vanini si lagnava che per colpa d'amore non era più atto a far versi; e mi asseriscono ch'io gli dissi:
     
      Da ragion, se consiglio non rifiuti,
      Ben di nuovo udirai nella tua menteRisonar que' pensier ch'ora son muti.
     
      Poco dopo, entrando nella materia:
     
      Vedi quel pastorel che nulla or pare?
      Quel de' futuri Cesari e Scipioni
      Foce sarà, come de' fiumi il mare.
     
      Parlando alla mia greggia:
     
      Pasci i fiori, or che lice, e l'erbe molli:
      D'altro fecondi in altra età saranno,
      Che sol d'erbe e di fiori, i sette colli.
     
      E nello stesso conflitto, ma in diverso proposito:
     
      Sa da se stessa la virtù regnare,
      E non innalza, e non depon la scureAd arbitrio dell'aura popolare.
     
      Questi lampi, ne' quali hanno la maggior parte del merito il caso, la necessità, la misura e la rima, e ne' quali si riconosce forse troppo lo studio de' poeti latini non ridotto ancora a perfetto nutrimento, sa Dio fra quante puerilità uscivano inviluppati. Buon per me che il tempo non mi ha lasciati materiali onde tradir me medesimo; temo che la passione di compiacervi avrebbe superato quella di risparmiare il mio credito.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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