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      Il danno di non poterla ubbidire è tutto dal canto mio, onde spero da lei più compatimento che perdono. Soffrirò con maggior tolleranza questa mia poco felice situazione, quando non giunga a defraudarmi qualche parte della sua parzialità, e mi lasci il prezioso diritto di protestarmi con la dovuta stima.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 16 Agosto 1751.
     
      Comincio la risposta alla vostra lettera dei 11 dello scorso luglio dalla parte che più mi onora, cioè dal clementissimo paterno messaggio di cui per me vi ha incaricato la Santità di N. S. Vi prego, quando vi se ne offerisca l'opportunità, di rivestirvi de' fraterni doveri e di far conoscere, in vece mia, che io ricevo queste distintissime grazie con quella grata, profonda e riverente sommissione che sento, che professo e che deggio al principe, al padre, al benefattore ed al maestro.
      Io non sono abbastanza informato né dell'utile, né dell'incamminamento che porta seco il posto di cui mi parlate, ma se N. S. ha avuta la clemenza di farvi comprendere ch'Egli giudica che vi stia bene, secondo me è delitto l'esaminarlo. Non v'è tempo più opportuno di ricordarsi il nescitis quid petatis che quando vi parla il Vicario di Cristo.
      Cercate di liberarmi col minor danno possibile dai due Cavalierati Pii; ma liberatemene presto. Io dispongo intanto l'impiego di questi piccioli capitali, perché il nostro povero erario non è in istato di soffrirne l'ozio senza che ci manchi il necessario.
      Ricevo oggi una lettera del nostro signor d'Argenvillières.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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