Vi sono gratissimo dell'abbondante provvista di opere, di raccolte e d'altri componimenti poetici di cui vi è piaciuto di fornire il mio arsenale, ma non aspettate ch'io ve ne parli oggi: la dose non è da trangugiarsi in un sorso. Ho ben letto il manoscritto di Selim; son vinto dai vostri scongiuri, eccovene il mio sentimento.
La locuzione è fluida, chiara, e per lo più nobile abbastanza. Il verso è sonoro, è vario d'accenti senza discapito d'armonia. Le arie sono felici, e alcune felicissime. In somma, toltone qualche per altro rara negligenza di lingua, io sarei assai contento del gentilissimo signor N. N. Ma finora si è parlato del colorito, che non è per altro la parte principale da considerarsi in un quadro. Volesse Iddio ch'io potessi dir lo stesso della scelta del soggetto, del disegno, de' caratteri e del costume. L'azione è il premio che riceve uno scellerato per aver violati i più venerabili diritti della natura: disfido Sofocle di farne un buon dramma. Il protagonista è un figlio disubbidiente e ribelle presentato da voi al popolo nell'infelice esecuzione del suo meditato delitto: parla poi come un santo padre; ma quei sentimenti, che convengono così poco all'idea che si è data del suo carattere, invece di giustificar lui fanno torto al poeta. Bajazet è un padre tenero, questo può ben stare in monarca ottomano, ma la delicata sommissione al rigore delle leggi, che voi figurate in lui, converrebbe ad un console romano ma non ad un principe di quelli ne' quali si esemplifica la definizione del perfetto despotismo: onde non s'intende se sia falsa la tenerezza o lo scrupolo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Selim Iddio Sofocle
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