I miei teneri incensi alle tre Grazie Clerici, e con l'usato tenero rispetto sono.
     
     
     
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      A CARLO PIERSANTI - ROMA
     
      Vienna 23 Agosto 1751.
     
      La notizia che mi somministra la carissima vostra del 7 del corrente intorno alla costì supposta deputazione del conte di Firmian a cotesto Uditorato di Rota conviene con qualche voce che in altissimo segreto è pervenuta anche a me, ma finora non v'è cosa sicura. Nulla di meno io ne ho fatto e ne farò uso almeno per evitare il rimorso d'una diligenza negletta. Questa nostra benedetta Corte errante, che strascina seco or qua or là il ministero, ci rende difficili le notizie ed i maneggi: con tutto ciò il signor conte di Canale ed io abbiamo prevenuto il vice cancelliere dell'Impero, che ha promesso d'avvertirci e d'assisterci. Non potete immaginarvi con qual piacere e con qual premura il signor conte Canale suddetto ha abbracciata ed adottata la mia passione di servirvi. Io credo che fareste ottima cosa ringraziandolo con una vostra lettera. Oltre ch'egli merita questa riconoscenza, è bene che corrispondiate seco, perché io non potrò differir lungo tempo ancora la mia annua peregrinazione di Moravia: ed in assenza mia non potreste avere il più benevolo, il più efficace protettore ed amico del nostro degnissimo conte di Canale, già da me (senza molta fatica, trattandosi di voi) impegnato nell'affare. Ho procurato ancora di mettere ne' vostri interessi un altro dotto e distinto cavaliere, di cui non so se vi sovviene: questo è il signor baron di Hagen, camerier della chiave d'oro e consigliere molto stimato del Consiglio imperiale aulico: onde in caso di necessità potete dirigere liberamente anche a questo le vostre lettere.