L'arcivescovato di Monreale vaca dalla morte del cardinale Acquaviva, e sa Dio quale de' nostri nipoti lo vedrà provvisto. E poi quel caro qualche cosa. Che dite, adorato gemello? Ma non ho un po' di declamare: e voi comprendete se ho potuto pensare a far versi. Addio di nuovo, perché mi crucifiggono. Io sono il vostro.
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A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 1 Novembre 1751.
Voi avete trovata la maniera di rendermi debitore anche nel numero delle lettere: ne ho diverse di vostra mano, alle quali convien ch'io risponda con questa sola contro la mia propensione d'esser prolisso con voi. Il mio Re pastore andò in iscena mercoledì scorso, e fu replicato il sabato con un accordo di voti favorevoli per tutto lo spettacolo, che ha superato di molto la mia aspettazione, ed ha aggiunto un possibile alla mia esperienza. Veracemente le dame rappresentanti rapiscono e per la figura e per il canto e per l'incredibile espressione del loro carattere. Gli augustissimi padroni ne sono rapiti e non cessano mai di replicarne gli elogi. Tutta la porzione che mi tocca di quest'incensi non ha bastato per altro a difendermi dal ritorno del fiero catarro ch'io colsi in Moravia e che non avea affatto debellato quando ne fui richiamato. Le frequenti corse alla Corte, che risiede una mezz'ora lontano dalla città, le lunghe inevitabili dimore nel vuoto e freddissimo teatro, nel tempo delle pruove, l'impertinenze della stagione e quelle di questa smorfiosa mia macchinetta mi hanno ridotto in istato peggiore del primo: a segno che se non temessi oggi di tirarmi addosso l'inimicizia di tutti i santi, vincerebbe certamente la tentazione di lasciar l'odierna messa fra le partite de' debiti.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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