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AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
Vienna 9 Gennaio 1752.
Felice voi, veneratissimo Fracastoro, che non siete poeta e a nessun sovrano vien prorito di farvi cicalare a dispetto di Minerva. L'augustissima padrona intende ch'io canti benché rauco ed infreddato. Sono di nuovo a beccarmi il cervello per trovar qualche soggetto drammatico che non obblighi le nobili attrici a mostrare a' profani le gambe loro. Onde m'incammino verso l'Asia: a rivederci al ritorno. L'imperatrice con generosità più degna di lei che di me, in segno del gradimento delle mie passate fatiche, mi ha fatto dono d'un candeliere d'oro con suo ventaglio e smoccolatoio, prezioso non meno per il lavoro che per la materia, e lo ha accompagnato con l'espresso comando d'aver cura degl'occhi miei. Or disprezzate, se vi dà l'animo, queste mie pupillette, che possono vantarsi d'una sì gran protettrice.
La vostra N. piace ogni giorno più, e vive con un contegno che, quando un maligno non volesse chiamarlo onestà, non potrebbe negargli le lodi della prudenza. Io l'ho veduta (benché molto di rado) alcune volte in casa Canale, ma sempre con quel rispetto che esigono da me le minime dipendenze del venerabile Fracastoro.
All'eccelsa figlia le mie adorazioni, all'amico generale i miei abbracci, ed a voi tutta la rispettosa tenerezza dei vostro "Musa".
543
A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 10 Gennaio 1752.
A tenore delle carissime vostre precedenti e delle due che oggi unitamente ricevo del 22 e del 28 di decembre 1751, vi ho dato credito ne' vostri conti di scudi 1211 e 64 baiocchi, da me già esatti in virtù delle prime cambiali da voi trasmessemi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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