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      Vienna 18 Febbraio 1752.
     
      A dispetto delle insoffribili ed ostinate impertinenze de' miei affetti isterici, e dell'occupazione che mi dà l'augustissima mia padrona, non posso trascurar di rispondere al mio carissimo gemello, accusando la gratissima sua del 28 dello scorso gennaro.
      Per li miei gravissimi peccati hanno tanto piaciuto alla maestà dell'Imperatrice le dame attrici nel Re pastore, e la musica del medesimo, che mi ha ordinato di scrivere un'altr'opera da rappresentarsi nel venturo maggio, valendomi dei medesimi ferri. Nello stato in cui si trova la mia povera testa fra le sue continue tirature, mi è gravissimo il conversare con quelle pettegole delle Muse; ma rendono poi il lavoro più insopportabile gl'infiniti ceppi fra' quali mi trovo. I soggetti greci e romani sono esclusi dalla mia giurisdizione, perché queste ninfe non debbono mostrar le loro pudiche gambe; onde convien ricorrere alle storie orientali, affinché i braconi e gli abiti talari di quelle nazioni inviluppino i paesi lubrici delle mie attrici, che rappresentano parti da uomo. Il contrasto del vizio e della virtù è ornamento impraticabile in questi drammi, perché nessuno della compagnia vuol rappresentare parte odiosa. Non posso valermi di più che di soli cinque personaggi per quella convincentissima ragione, per la quale un prudentissimo castellano si racconta che non onorò con la dovuta salva un personaggio nel suo superiore. Il tempo della rappresentazione, il numero delle mutazioni di scene, delle arie e quasi de' versi è limitato.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Febbraio Imperatrice Muse