Mi auguro facoltà per meritarla, e raccomandando me stesso all'autorevole suo patrocinio, rispettosamente mi confermo.
557
AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
Vienna 30 Marzo 1752.
Per un potentissimo catarro accompagnato d'una leggiadra alterazioncina, che da più giorni, molto inopportunamente per l'opera, mi va tormentando e mi obbliga a non uscir di casa, è stato un cattivo sudorifero l'esatto conto che mi avete reso del vostro incomodo tumore. Io mi sono trasportato coll'animo a Milano, ed ho risentite tutte le angustie che averei provate presente. Assicurato per altre lettere che non vi siano da temere conseguenze funeste, mi consolo per questa parte, ma non sento scemare il compatimento dell'incomodo e doloroso vostro stato. Non dubito che la compagnia d'un buono e prudente amico, avvezzo a battersi con le stravaganze della salute, come è il nostro caro generale Piqualques, vi avrà aiutato moltissimo a sostenere questa tempesta. La spero finita: ma sospiro d'esserne assicurato da voi.
La povera contessina Palffy, dopo aver partorito felicemente un bel maschio che pareva il ritratto della salute, l'ha perduto dopo quindici giorni. E come? Schiacciato in letto dalla balia. Figuratevi la desolazione della madre, dell'ava e di tutta la famiglia. Addio: la mia testa non vuol lunghe filastrocche. Amatemi, conservatevi, e credetemi con la solita rispettosa tenerezza.
558
A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 6 Aprile 1752.
Non potendo soddisfare l'impazienza mia di venir per ora in persona ad abbracciarvi, vi mando il mio ritratto e gli commetto di mantenervi nelle buone disposizioni d'amicizia e di parzialità nelle quali siete a mio riguardo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Marzo Milano Piqualques Palffy
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