Il pittore ha tradito un poco le mie bellezze, facendomi un viso lungo due palmi ed ingrassandomi senza discrezione. Mi dicono per altro che mi somiglia. Gradite la visita: riamate l'originale e credetelo a qualunque pruova.
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A Giovanna Nepomucena di Montoja - Hermannstadt
Vienna 15 Aprile 1752.
Chi non fosse già pienamente informato, come son io, delle adorabili qualità del vostro bel cuore, basterebbe, amabilissima signora contessa, che leggesse l'ultima lettera di cui v'è piaciuto onorarmi, per vederle tutte, e nel loro più bel lume. Quel sincero dispiacere che esprimete credendovi colpevole del mio silenzio, quella premura che mostrate per giustificarvi e la tenera pittura che mi fate de' vostri domestici travagli sono tratti che vi rappresentano vivamente a chi ha avuto la sorte di conoscervi ed ammirarvi, e fanno sospirare il vantaggio a quelli che non l'han finora conseguito. Ma per eccesso di bontà questa volta il vostro timore fa gran torto non meno a voi stessa che al povero Metastasio. Io non sono nemico di me medesimo sino al segno d'essere sdegnato con voi. Vi stimo e vi rispetto più che mai: ho sentito nel più vivo dell'anima i vostri disastri, sono entrato a parte delle vostre perdite, ma non ve ne avrei parlato, quando avessi ancora avuto il tempo di farlo, per non esacerbar trattandole così dolorose ferite, per le quali è chirurgo troppo timido e confuso un amico come son io. Il mio silenzio è stato un puro effetto fisico delle mie occupazioni, che non mi lasciano tempo per gli uffici necessari della vita.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Giovanna Nepomucena Montoja Metastasio
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