Nel novembre passato l'augustissima padrona volle da me un'opera, che fu rappresentata da dame e cavalieri. Per mia disgrazia le belle attrici piacquero a segno che l'imperatrice me ne ordinò immediatamente un'altra, che si produrrà nel prossimo maggio. Scrivere due opere in così breve tempo, trovarsi solo a regolare architetti, pittori, sarti e tutti gl'ingredienti teatrali, aver su le spalle la direzione di quattro damigelle ed essere intanto e crudelmente perseguitato dagli antichi miei implacabili effetti isterici, sono circostanze che debbono esigere da voi più compassione che perdono. Credevo di scrivere due sole righe; ma come esser breve con voi? Conservatemi il prezioso dono della vostra grazia, e credete che non è possibile che diminuisca mai a vostro riguardo quella rispettosa stima con la quale sarò eternamente.
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A MARIA CARLOTTA HINDERER DI STEINHAUSEN - TROPPAU
Vienna 23 Aprile 1752.
Quando un povero galantuomo non ha il tempo di trattenersi con una persona così amabile come voi siete è degno di compassione e non di rimproveri. Ma è scritto nel libro de' fati che tutte le belle debbano essere ingiuste. Voi, per non opporvi alla regola, lo siete meco all'eccesso, e forse più ne' panegirici che nelle satire di cui vi piace d'onorarmi. Infatti esaminando i due titoli di letterato e di pigro, che voi con tanta generosità mi applicate, non saprei a qual de' due io potessi accomodarmi con minor repugnanza: essendo delitto egualmente capitale in tutti i dominii della bellezza non meno la dottrina che la pigrizia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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