Vedrete che per allontanarmi dal Re pastore ho dovuto ricorrere al genere implesso. Comunicatelo al signor de Voltaire, ed abbracciatelo per me.
Vi risponderò quando posso su la vostra bellissima lettera che ho nuovamente ammirata. Addio, convien che finisca di scrivere: ma non già d'essere il vostro.
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A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 15 Maggio 1752.
Se voi siete quel mio amico che le vostre espressioni e le opere vostre mi sforzano a credervi, io sono in diritto di dirvi con tutto il candore che mi ha sensibilmente mortificato l'enorme repugnanza che avete dovuto superare per accettare il mio ritratto. Come è possibile che un pegno così innocente d'amicizia offenda la vostra delicatezza? Mi son lambiccato il cervello per allontanarne qualunque odore di magnificenza, conoscendo assai bene come voi generosamente pensate; ma sperava che i vostri scrupoli non giungessero alla superstizione. V'è una bella distanza fra l'onesto ed il magnifico: per non dare in quest'ultimo, non ho reputato necessario di mandarvi il mio muso dipinto sopra un boccale di terracotta: avrei violato il rispetto che devo a voi, ed avrei ostentato un troppo affettato disprezzo di me medesimo. Orsù: confessate da buon cristiano il vostro delitto: proponete di non trascorrervi mai più quindi innanzi: domandatemi assoluzione e speditevi, perché mi costa troppa fatica d'esser corrucciato con esso voi.
Ho ricevuta la notarella dell'ultimo picciolo deposito: ve ne rendo grazie, e benché brontolando vi abbraccio e mi confermo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Voltaire
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