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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 15 Maggio 1752.
     
      Con la vostra del 29 d'aprile ho ricevuto la notarella del nuovo picciolo deposito e la formula della procura che chiedete. Si farà quest'ultima per l'ordinario venturo: per oggi non è stato possibile.
      L'opera è riuscita a seconda del mio desiderio. Gli augustissimi padroni mi hanno dato pubblici e replicati segni del loro particolar gradimento, ch'è il principale oggetto de' miei sudori. Questa nobiltà e tutta la nazione, divenuta mia parziale da lungo tempo, non vede più i miei difetti. Voi potete pubblicare l'opera, come credo avervi già scritto. Addio. Io sono.
     
     
     
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      A PIETRO TELLEZ Y GIRON D'OSSUNA - NAPOLI
     
      Vienna 28 Maggio 1752.
     
      È un peso inevitabile dell'autorità e della beneficenza l'essere esposto all'importunità dei bisogni. Io che mi trovo fra questi ultimi, costretto ad esercitare la tolleranza dell'Eccellenza Vostra, procurerò almeno che nella brevità delle mie suppliche comparisca la repugnanza con la quale il mio rispetto ha ceduto alla necessità.
      L'imperatore Carlo VI di gloriosa memoria, dopo alcuni anni di servizio, mi concesse la Percettoría di Cosenza, non già come gratuito dono, ma come compenso di soldo antecedentemente convenuto e fino a quel tempo non assegnato. All'entrar delle armi spagnuole in cotesto regno me ne fu tolto il possesso: credei di ricuperarlo alla pace, e ne feci istanza: produssi le ragioni d'aver io ottenuta la confiscata Percettoria da un principe che nel tempo della collazione era riconosciuto come legittimo padrone anche dai presenti possessori.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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