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      La fretta con la quale mi scrivete, siccome aggiunge prezzo al cortese ufficio, così mi convince che non vi mancano affari: onde almeno in codesta vostra Siberia non siete esposta all'ozio ed alla noia, che rendono insipida e talvolta pesante la vita. Me ne congratulo con esso voi e desidero che gli oggetti che vi occupano sian degni della vostra cura. Io all'incontro sarei in una perfetta tranquillità, se i miei malannetti ipocondriaci non mi tenessero in esercizio; ma questi mi fanno tuttavia, come facevano, fedelissima compagnia. Se quattro belle damigelle attrici non li hanno debellati, vedete quale speranza può rimanermi di liberarmene. Questa sarebbe stata impresa degna di voi; ma quella di curar gl'infermi non è l'opera di misericordia che più vi piace. Per vostro castigo soffritemi dunque quale avete voluto lasciarmi il vostro cancherino.
     
     
     
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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 5 Giugno 1752.
     
      Per mezzo del nostro signor conte di Canale vi mandai lungo tempo fa il mio Eroe cinese, e a quest'ora l'avrete senza dubbio e letto ed esaminato. Avrete osservato che, per allontanarmi dalla semplicità del Re pastore, ho dovuto ricorrere al genere implesso e alla moltiplicità delle peripezie. Se queste nascano da fondamenti verisimili, se bastino a sospender l'animo dello spettatore sino alla catastrofe e se rispettino a dispetto delle continue mutazioni di fortuna l'unità delle azioni, tocca a' vostri pari il giudicarne, siccome toccava a me di propormelo. Qui ha prodotto l'effetto ch'io me ne prometteva.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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