La vostra a cui rispondo è del primo del corrente. Io sto al solito, conservatevi e credetemi.
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A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 17 Luglio 1752.
Con la gratissima vostra del dì primo del corrente ricevo la notizia che vi piace darmi de' due depositi fatti nuovamente da mio fratello a credito mio nella vostra cassa: l'uno di scudi 150, e l'altro di scudi 205 e baiocchi 33, de' quali a tenore dell'avviso vi ho dato debito ne' conti nostri.
Voi, sollecito sempre de' miei vantaggi, mi ricordate di pensare all'impiego del denaro ozioso: ma la somma della quale per ora potrei disporre non parmi che meriti un tal pensiero. Tanto più ch'io deggio inevitabilmente avere in Roma una cassa onestamente fornita ad uso di cotesta mia famiglia, nella quale (siccome i frutti ed i fiori nel giardino d'Armida) propagano così felicemente i bisogni, che mentre spunta l'un l'altro matura.
Il vostro signor Pezzi mostrò un lodevole rincrescimento di vivere ozioso, e pochissima tentazione d'esser soldato. Per introdurlo nella via politica, secondo il suo genio, io l'ho fatto vantaggiosamente conoscere a questo nostro signor conte d'Ullefeld e ad altri de' principali ministri, che ne hanno parlato all'augustissima padrona, e si stava attendendo qualche occasione di mandarlo con alcun ambasciatore o inviato in una delle Corti straniere d'Europa, dove lavorando e rendendosi pratico si mettesse in situazione di poter essere a suo tempo utilmente impiegato. Mentre si stava in questo maneggio, ei venne improvvisamente a congedarsi meco di partenza per Berlino, dove asserì che l'obbligavano a trasportarsi per alcun tempo gl'interessi della sua casa: lo accompagnai con una mia lettera ad un cavalier mio amico di qualche credito in quella Corte: ma da indi in qua sono al buio degli effetti della mia lettera, delle sue faccende e di lui.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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