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      Ma torni egli di Prussia: e troverà qui condottieri per qualunque viaggio. Caro amico, non mi crediate Don Chisciotte. Per maneggi di quella natura mi manca veramente e l'inclinazione e la pratica.
      Addio. Ho un fascio di lettere che mi chiamano. Amatemi quanto io vi amo e vi stimo, e credetemi.
     
     
     
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      A MARIO GABRIELLI - ROMA
     
      Frain 26 Agosto 1752.
     
      Non prima di ieri è venuto a raggiungermi l'umanissimo foglio di V. S. illustrissima del 29 di luglio fra queste montagne della Moravia, ben otto poste lontano da Vienna nell'autunnal mio ritiro, dove in traccia di salute, lungi dal commercio delle Muse, e tutto occupato da quello d'una lieta e numerosa compagnia che con mio sommo guadagno non mi lascia un sol momento a me stesso, spero di trattenermi sin all'arrivo dell'inverno. Se questa mia invidiabile situazione non rendesse per ora impossibile l'esecuzione de' suoi comandi, avrei difesa con molta pena dall'obbligante e seduttrice gentilezza della sua lettera il mio per altro già da molti anni sostenuto proponimento di non accettar commissioni poetiche se non quelle degli augustissimi miei sovrani. Mi consolo che lo svantaggio di questo mio ritegno non ricade che sopra di me medesimo, poiché trattandosi dell'amputazione d'un membro d'un mio figliuolo, la mano di qualunque inesperto chirurgo sarà più ferma di quella del padre, che per legge di natura dee vacillar nell'operazione. Mi auguro più felice opportunità d'ubbidirla, e pieno intanto di rispettosa e costantissima stima mi sottoscrivo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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