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      Avanti di finire deggio farvi riflettere sopra un nuovo, benché amaro motivo, che abbiamo d'amarci, se pure è vero che la somiglianza ne sia uno all'amore. Sento che voi siate maltrattato dall'ipocondria; sono anch'io già da sette anni nella medesima nave, agitato continuamente fra le noiose vicende degli acidi, de' flati, de' borborigmi, degli stiramenti de' nervi, e di mille altre somiglianti gentilezze. Se la vostra dotta esperienza, stimolata dalla necessità, vi ha somministrato qualche rimedio, almeno provvisionale, contro queste diaboliche persecuzioni, fatene parte a chi, pieno d'una costante e perfetta stima, si protesta.
     
     
     
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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Frain 16 Settembre 1752.
     
      La nostra amicizia è alla prova di qualunque negligenza. Io l'ho perdonata al vostro reumatismo; e voi dovete perdonarla alla data di questa lettera. Essa vi dirà che sono in Moravia, ed io aggiungo che vi sono da un mese e mezzo, e fra le mani di gente tiranna, che non mi lascia altra libertà che quella d'ingrassare e di divertirmi. Che miseria! Questa risposta medesima è un contrabbando proibito sotto pene gravissime; ma non v'è pericolo al quale io non sapessi espormi per voi.
      Sia maledetta la fretta, disse la testuggine precipitando da un monte, dopo esservisi rampicata vent'anni. Voi crederete ch'io voglia parlar dello stampatore Raby: oh che impostura! Il Ciel mi guardi d'irritare i miei carnefici.
      Dunque la gentilissima sacerdotessa ha fatto una monachina? Oh che benedizione! Appresso di voi tutto spira divozione.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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