Poiché se una volta l'utile ch'ei si propone di servire al suo principe fosse superato dall'utile ch'ei potesse sperare altronde, cesserebbe affatto in lui e lo sprone di ben servire e il freno di non tradirlo.
È dannoso agli affari perché ha bisogno di difendersi da maggior numero d'insidiatori, credendosi ognuno autorizzato ad ingannare l'ingannatore, ed è dannoso agli affari perché il discredito di chi gli propone ne ritarda il corso, e ne impedisce talvolta intieramente l'effetto. O non si conchiudono contratti, o si conchiudono dopo un lungo e scrupoloso esame con un negoziatore solito a vender rame per oro.
È dannoso finalmente al suo principe non solamente per la difficoltà de' maneggi di sopra espressa, ma perché è molto naturale, che si supponga influenza del principe la malafede del ministro; discredito che produce al principe, a rispetto degli altri principi, gli svantaggi medesimi considerati nel ministro fraudolento a rispetto degli altri ministri.
Questo o altro più limpido, più stringente raziocinio, disteso pienamente nelle sue parti, e avvalorato di tratto in tratto dalle adattate autorità d'antichi e moderni esempi, parmi, che se non bastasse a diradicare il vizio, potesse produrre almeno che non si professasse così comunemente senza rimorso e senza vergogna.
Voi siete provveduto a dovizia de' talenti, della dottrina e dell'esperienza necessaria a così lodevole impresa, ed è una spezie di vostro dovere l'istruire il pubblico anche in iscritto d'una sì bella verità, di cui già tanti anni lo convincete con l'opera.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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