Non c'invidiate. Queste felicità son passate. Non ne resta che la memoria, che non serve che a render più grave quest'aria, che presentemente respiriamo, contaminata dal fumo delle stufe e de' sospiri cittadini.
Conservatevi, datemi presto qualche soggetto epitalamico e credetemi a dispetto della mia negligenza.
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A CARLO BATTHYANY - VIENNA
Vienna [Novembre] 1752.
Per eseguire i venerati ordini dell'Eccellenza Vostra eccomi a comunicar brevemente ciò ch'io penso intorno al metodo da tenersi per procurar l'intelligenza e l'uso della lingua italiana al serenissimo arciduca Giuseppe, sottoponendo i miei lumi a quelli dell'Eccellenza Vostra e senza eccesso di modestia, poiché tutti i vantaggi che possono essere dal canto mio come tolerabile esecutore, non mi autorizzano a decidere come metodico maestro, categoria molto differente da quella, nella quale mi han situato gli studi miei.
Io credo dunque in primo luogo che non solo le arti tutte, ma che le virtù medesime si debbano comunicare più per la via della pratica che della teoria. E, a riguardo particolarmente delle lingue, odio come un abuso e dannoso e crudele il caricare il povero principiante d'un fascio enorme di regole e d'eccezioni, le quali, in vece di procurargli la copia delle parole e di fornirlo di facilità a parlare ed intendere, debbano per necessità inspirargli avversione e rincrescimento, e fargli perdere la speranza di venir mai a capo d'impresa tanto difficile. Chi aspira ad essere autore è necessario che, dopo imparata la lingua, ne studi esattamente le regole e le ultime differenze; ma chi non si propone che la facilità di spiegarsi e d'intendere, non deve aver alcuna cura particolare delle regole, se non di quelle più generali e sicure, che in occasione di parlare o di leggere gli andrà per modo di discorso comunicando il prudente e discreto maestro.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Novembre Eccellenza Vostra Giuseppe Eccellenza Vostra
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