Vi compatisco quanto meritate: ma vi compatirei anche più se lasciaste abbattere l'animo vostro da' capricci della fortuna. Una persona de' vostri talenti e della vostra esperienza dee sapersi battere coraggiosamente con le vicende del mondo: e sperando il ben futuro, tollerar generosamente il mal presente. Voi mi direte che il dar consigli è un facile mestiere; ma se foste presente, vi convincerei con l'esempio della solidità delle massime. Non credete alle apparenze della felicità degli altri. Ognuno ha qualche osso da rodere.
Se a ciascun l'interno affannoSi leggesse in fronte scritto,
Quanti mai, che invidia fanno,
Ci farebbero pietà!
Ma questo non è discorso da rallegrarci. Non è vero che fin'ora vi sia pensiero in Corte per una nuova opera di dame e cavalieri. Quando vi fosse non v'è bisogno di ricordo perch'io adempisca con voi i miei doveri.
La signora marescialla vostra zia mi avea disanimato su la maniera di mandarvi la pasta d'Altea: fortunatamente il vescovo di Colotza, che si trovò presente, impietosito del mio imbarazzo si offerse a farvela capitare sollecitamente: onde gliene consegnai due libbre, che spero vi giungeranno senza disgrazia.
Vi desidero felice la imminente spedizione, e ne sospiro le nuove. Conservatevi, comandatemi, e credetemi a qualunque pruova.
600
A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Vienna 16 Dicembre 1752.
Insieme con questa lettera sarà consegnata al signor don Antonio de Azlor la Semiramide riconosciuta da me ridotta all'uso di cotesto real teatro.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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