Se vuole ch'io non abbia rimorsi della mia franchezza, l'imiti comandandomi: e mi creda pieno di stima e d'amicizia.
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A RANIERI CALZABIGI - PARIGI
Vienna 20 dicembre 1752.
Rispondo più tardi di quello che avrei voluto alla cortese lettera del mio signor Calzabigi del 15 dello scorso novembre, perché l'affare ch'egli in essa mi propone esige riflessione, e non ammette alcuna fretta. Or, dopo i brevi ma sinceri rendimenti di grazie ch'io sono in debito di fargli per le obbliganti ufficiose espressioni con le quali egli così parzialmente mi onora, eccomi a fare e a dir per lui tutto quello che concede la difficoltà della materia ch'ei mi propone.
Fra le molte edizioni delle opere mie, delle quali forse in castigo de' miei peccati è stato inondato il pubblico, non ve n'ha né pure una fatta sotto gli occhi dell'autore, e che però non abbondi di gravi e vergognosi errori. A quelli del primo ha sempre aggiunti i suoi il secondo stampatore; a quei del secondo il terzo, e con questo progresso di peggioramento la cosa è ridotta a segno così deplorabile, che per cura di salute io mi guardo, come da gravissimo disordine, dall'aprire qualunque nuova impressione delle opere mie, che mi venga sventuratamente presentata. Da tutto ciò è assai chiaro ch'io stesso non saprei quale delle antiche proporre per esempio alla nuova edizione, perché in questa si trovassero unicamente gli errori miei senza l'aggiunta degli altrui. Converrebbe, per far cosa lodevole, ch'io prendessi per mano una delle note ristampe, che pagina per pagina, anzi verso per verso, andassi attentamente correggendo lo stampatore e me stesso; ch'io di ciò formassi un nuovo originale e che di questo finalmente io mandassi al signor Gerbault una fedelissima copia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Calzabigi Gerbault
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