La mia sollecitudine all'avviso che mi deste della vostra commissione non riguardava che voi, che consideravo in pericolo di diventare il zimbello de' nostri perdigiornata, che van mendicando riputazione con grattar la malvagia inclinazione di tutti i figliuoli d'Adamo alle detrazioni del prossimo. Vi veggo persuaso d'esserne uscito con le ossa sane: e me ne rallegro: ma non vi perdono la mia paura. Aspetto le altre varie che andate raccogliendo, e teneramente abbracciandovi mi confermo.
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A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 13 Febbraio 1753.
A seconda delle vostre premure, nel ricevere la vostra lettera del 24 dello scorso formai un picciolo memoriale, e lo portai ad uno di questi ministri di Toscana mio amico. Egli mi disse sinceramente che questa strada non spunta, e che di qui non potete essere aiutato se il vostro nome non vien fra i tre che debbono esser mandati da Firenze. Ho assalito altri: e tutti cantano la stessa antifona. Non ho perciò rese le armi. Oggi si scrive per voi a Firenze ad un amico pratico, destro ed efficace, al quale già prevenuto anche a mio nome, è bene che scriviate immediatamente voi di costì il vostro bisogno: affinché occorrendo notizie, schiarimenti, fedi o che so io, non abbiano a fare il circolo vizioso di Siena a Vienna, e quindi a Firenze. L'amico di Firenze con cui dovete intendervi è il Sig.r Ab. Giuseppe Maria Cantini Segretario di S. M. Imperiale. Se riuscirà il maneggio di Firenze, resterà a mio carico quello di Vienna, almeno per quanto vagliono la mia diligenza e la mia premura.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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