Ho veduto il padre Visconti nella mia, l'ho cercato inutilmente più volte nella sua casa. Mi ha contentato la sua presenza serena e la festiva sua compagnia. Gli ho offerto quanto io vaglio: offerta a dir vero assai limitata ma che assolve da qualunque gran debito anche ne' più rigidi tribunali. Egli ha dato principio alle sue apostoliche fatiche, e (per quello ch'io ne sento) non solo con approvazione, ma con molta speranza d'una abbondante raccolta. Duolmi che il suo campo di battaglia sia la chiesa di San Michele, umida e fredda all'eccesso, e che io, mercé l'impertinenza de' nervi miei obbligato a vivere la maggior parte dell'anno come un ananas al tepore d'un rinchiuso serbatoio, potrò difficilmente entrare a parte e del piacere e del frutto, che sperarei di ritrarre da' suoi paterni sudori. Oh che brutta bestia è quella maledetta Ipocondria! Io che sono tutti i giorni alle mani con esso lei, so quanto compatimento meriti chi se ne trova assalito. Que' buoni cicaloni de' Greci credo assolutamente che se l'abbiano figurata nell'Idra. Chi non la riconoscerebbe a quel ripullular delle sue teste quando si è ben sudato a reciderle? Eppure non convien abbandonarsi. Bisogna far un poco da Ercole per venirne a capo. Ed Ercole non è finalmente inimitabile in tutto. Ma è necessario scuoter la macchina e ricorrere alle armi fisiche, perché la filosofia non vale un frullo. La signora contessa d'Althann è stata sensibilissima alla cortese memoria del signor marchese, a cui rinnovando io le proteste del mio rispetto mi confermo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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