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      Il primo e più lodevole d'ogni altro sarebbe quello di metter da parte le puerilità teatrali, e di convenire come amici, come condiscepoli e come uomini ragionevoli: ed addossare a ciascuno il carattere che meglio si adatta al suo naturale. Il secondo, quello di sceglier il libro in cui si trovino due parti uguali. Nell'Adriano (per esempio) Adriano e Farnaspe, nell'Olimpiade Megacle e Licida, nell'Artaserse (quando uno voglia far da padre) Artabano ed Arbace sono parti che per diversa strada esigono dagli spettatori la medesima considerazione. E finalmente se vogliono ridursi all'estremo, si rimettano all'arbitrio della Fortuna, tirando a sorte la facoltà di scegliere. Se poi non accettano alcun di questi ripieghi, minacciate al più renitente la vostra magistrale indignazione: e se persiste anatematizzatelo solennemente.
      Comandatemi, conservatevi e credetemi.
     
     
     
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      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
     
      Vienna 26 Marzo 1753.
     
      Ieri sera dal signor conte di Richecourt, che andai a sollecitare per il vostro affare, mi furono date ottime speranze: mi disse che il beneficio non crede più che sia quello del quale si era disposto: ch'egli ne ha informato l'augustissimo padrone e che le cose anderan bene. Dimandai se potevo consolarvi con queste buone notizie, e mi disse di sì, aggiungendo che l'avrebbe fatto egli stesso. Riferii tutto al conte Losi, affinché continui a tirare i mantici. Risponderei più a lungo alla vostra del 28 dello scorso, ma mi manca il tempo, e non abbonda la materia: onde vi abbraccio sinceramente e mi confermo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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