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      A suo tempo vi manderò la mia nuova operetta; abbiate pazienza ancor voi, come io l'ho avuta a scriverla. Io sto come stavo, e sono qual era.
     
     
     
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      AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - VENEZIA
     
      Vienna 12 Maggio 1753.
     
      Spero che la presente vi troverà guizzando nelle amorose lagune, fra le schiere delle vostre compiacenti nereidi e degli amici tritoni; e sarei curioso di sapere la capricciosa mistura delle idee che vi moverà nella mente cotesto giocondo e festivo commercio, con quelle che vi avrà per avventura lasciate la divota e severa compagnia fra la quale avete passata la santa settimana. Io venero la vostra saviezza, che sa alternar così destramente le vicende della vita che l'una serve all'altra di chiaroscuro; e nella mirabile varietà di sapori che ne deriva ognuno ritrova quello che s'accomoda al suo palato, come gli Ebrei nella manna. Ma una facoltà così rara suppone tale eccellenza d'arte e tanta parzialità di natura che, considerati i miei talenti, io la riguardo più come oggetto d'invidia che d'imitazione.
      Dopo tre settimane in circa di caldissima estate, siam ricaduti improvvisamente fra i rigori dell'inverno. Non saprei per qual mistero fisico, ignorato da noi poveri profani, la facoltà medica ha scelto appunto questi rigidissimi giorni per trasportare in lettiga dalla città a Penzing il nostro infermo Schulemburg. Mi dicono che il tragitto non l'abbia per altro aggravato; ma l'alternativa de' suoi miglioramenti con le ricadute e l'ostinata sua febbre non lascia pigliar vigore a lui né alle nostre speranze.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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